Rest in Peace, 2022, pencils on paper, 42 x 60 cm

Coming up for Air, 2020, pencils on paper, 42 x 60 cm

Iron Tastes Sweet 
Exhibition Text by Stefano Giura
Berlin, March 2022
(versione italiana in fondo alla pagina)

Drawing is a discreet, silent artistic expression; the point, the line, the motif – geometric or anti-geometric – are its constituents.

The characteristic feature of Giulia Palombino’s artworks is the thin line, open or closed, broken or continuous, with little or no colour, but always thin.

The discipline and care of the line visibly imply inner states of tension that sublimate chaos by resolving it in form.

These drawings are imbued with surrealist suggestions: Automatic writing explores territories contiguous to consciousness and transfers structures, formulas and symbols of dreamlike imagery to conscious thought – moving from the individual to the collective and making the material communicable through suggestions.

We find in the forefront figurative objects in strong counterpoint, whose spatial relationship to the white-empty background suggests the essential guidelines of a plot of possible attributes.

Affinity, polarity and recombination of elements: These are the origin of the forcefield that puts the white background in tension – a canvas for the unconscious that enumerates attributes and discovers meanings; the signs deform the white-emptiness, not in a coincidental way, but by defining axes and coordinates on which the common sense and the common way of seeing and feeling are induced and routed: Thus meaning is born in the observer.

Starting from a few basic motifs with a high specific density – through stratification, iteration and progressive aggregation – we arrive at the codification of lexical and formal epithets: sets of lines joined together to determine a symbolic vocabulary rich in original and personal elements through which one becomes accustomed to knowing and recognising the artist’s lexicon and imagination.




Il disegno è unʼespressione artistica discreta, silenziosa; il punto, la linea, il segno – geometrico o antigeometrico – ne sono i costituenti.

La cifra caratteristica di questi lavori è la linea sottile con poco o nessun colore; linea: aperta o chiusa, spezzata o continua – però sottile.

La disciplina e la cura del tratto sono visibilmente sottesi da stati interiori di tensione che sublimano il caos risolvendolo nella forma.

Sono disegni intrisi di suggestioni surrealiste: scrittura automatica che esplora territori contigui alla coscienza e trasferisce al pensiero cosciente formule, strutture e simboli dellʼimmaginario onirico – muovendosi dallʼindividuale al collettivo e rendendo comunicabile a mezzo di suggestioni il materiale che vi ricorre.

Troviamo in aggetto termini icastici in forte contrappunto la cui relazione spaziale suggerisce attraverso il bianco-vuoto le direttrici essenziali di una trama di possibili attributi: effetto sorpresa dato da giustapposizione di oggetti appartenenti a sfere semantiche distanti; vicinanza spaziale – e quindi ricombinazione simbolica attraverso la distorsione di metriche usuali – di oggetti concettualmente lontani; allontanamento fisico, sul piano della rappresentazione grafica, di oggetti affini o singoli costituenti di un oggetto stesso; affioramento parziale in uno o più particolari – ricostruzione e trasfigurazione dellʼoggetto stesso attraverso i suoi frammenti.

Affinità, polarità, ricombinazione degli elementi: da qui origina il campo che mette in tensione lo sfondo bianco – superficie di proiezione per lʼinconscio che enumera attributi e scopre significati; si badi, i segni deformano il bianco-vuoto in modo non casuale, ma definendo assi e coordinate su cui il senso comune e il comune modo di vedere e di sentire sono indotti e istradati: così nasce il senso in chi guarda.

Partendo da pochi segni base ad alta densità specifica – per stratificazione, iterazione e aggregazione progressiva – si giunge poi alla codifica di epiteti lessicali e formulari: insiemi di linee unite a determinare un vocabolario simbolico ricco di elementi originali e personali attraverso cui uno si abitua a conoscere e a riconoscere lessico e immaginario  dell’artista.